domenica 5 agosto 2018

Legge di Price: perché poche persone da sole generano la metà dei risultati

La creazione di valore, così come la distribuzione della ricchezza, non è omogenea e non sempre chi crea più valore viene compensato adeguatamente.

Esempio di come funziona la legge di Price in un settore/impresa con 100 dipendenti

Libera traduzione di un articolo di Darius Foroux pubblicato il 29 maggio 2018 sul suo blog https://dariusforoux.com/

Questo articolo, scritto in forma colloquiale da Darius Foroux, tratta il tema dell'apporto disomogeneo degli individui nel produrre valore nelle attività che stanno svolgendo con finalità sia personali che di terzi, sul lavoro o in altri settori.
La legge di Price si applica più o meno bene a tutte le situazioni, ma per quanto riguarda la distribuzione di valore ha una grandissima eccezione. Donald Trump si propone di tagliare il carico fiscale dei contribuenti di altri 100 miliardi di dollari. Dati indipendenti dimostrano che chi beneficerà di questa bonanza saranno solo i Paperoni americani: 
  • 97,5 $ miliardi andranno a favore del 10% degli americani più ricchi;
  • 86 $ miliardi andranno nelle tasche dell'1% dei top;
  • 63 $ miliardi faranno godere una élite dello 0,1 % degli americani più ricchi.
Alla faccia di chi paga le tasse! Chiamatela legge di Trump: tassare i poveri per dare ai ricchi. 

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Al mio primo impiego da venditore, avevo circa 25 colleghi che svolgevano la stessa mansione. Dopo il primo mese, notai qualcosa di singolare. 

Quattro dei miei compagni di lavoro realizzavano da soli più della metà delle vendite totali. All’epoca avevo 17 anni, e non avevo idea del perché. Queste persone erano le superstar del reparto – gli intoccabili. 

Non potevo immaginare allora che questa relazione è valida praticamente in tutto il mondo degli affari. Si chiama legge di Price (o legge della radice quadrata di Price) ed ha avuto origine nel mondo accademico. 

La creazione di valore non è simmetrica 


Derek Price, inglese, fisico, storico della scienza e scienziato dell’informazione, aveva fatto una scoperta sui suoi colleghi dell’ambiente accademico. Aveva osservato che nell’ambito di uno specifico argomento c’era sempre un piccolo gruppo di persone che dominava le pubblicazioni. 

Price scoprì quanto segue (chiamato adesso legge di Price):

il 50% del lavoro è svolto dalla radice quadrata del numero totale di persone che partecipano a quel lavoro.

Nel mio esempio, vuol dire che 5 persone (radice quadrata di 25) fanno entrare il 50% delle vendite. Il che significa che la legge di Price è abbastanza accurata. Nel mio reparto, 4 persone realizzavano circa il 50%-60% delle vendite.

Dopo il primo lavoro, ho osservato la stessa proporzione in ciascuna delle società in cui ho lavorato. Il contrasto era più grande quando lavoravo a Londra per una multinazionale, dove i top venditori ricevevano grosse remunerazioni.

Ancora una volta, il numero di persone premiate erano la radice quadrata del totale del personale di vendita. Lo stesso è valido nelle aziende familiari. In qualsiasi luogo di lavoro, la relazione fra valore e persone è asimmetrico.

Poche persone sono, da sole, responsabili della maggior parte della creazione di valore. E’ un concetto molto simile al principio di Pareto (*) - la differenza è che Price considerò la relazione fra le persone e il lavoro da esse prodotto.

Non sapevo niente della legge di Price fino a quando, di recente, ho assistito ad una conferenza tenuta dal Dr. Jordan Peterson, professore di psicologia, e autore di “12 regole di vita”.

Quali sono le implicazioni?


Nella sua conferenza, Peterson parla di come solo alcuni autori dominano le vendite di libri. Egli cita Stephen King, che ha dominato il top delle classifiche per decenni.

J.K. Rowling ha venduto più di 400 milioni di libri. Se guardate al numero di libri venduti in un anno, probabilmente riconoscete il rapporto descritto dalla legge di Price. Solo alcuni autori (sulle centinaia di migliaia di autori) sono responsabili del 50% delle vendite. Però questo è più in linea con il principio di Pareto.

Comunque, qui non facciamo un confronto fra teorie. Queste teorie e leggi sono spesso solo questo – niente di più che modelli. Diamo un’occhiata alle loro implicazioni.

Accademici e blogger intellettuali adorano dissertare sul mondo stando comodamente seduti nelle loro poltrone di cuoio, sorseggiando la loro minerale preferita, la Voss. A loro piace spiegare come funziona il mondo.

Bene, noi non abbiamo il tempo di studiare tutti i 1.419 modelli mentali che esistono. Ogni mattina dobbiamo vestirci e andare a lavorare perché abbiamo dei conti da pagare. Però anche questo non è un modo proficuo di vivere.

E’ vero, non si può vivere nella propria torre d’avorio e criticare il mondo. Ma non si può d’altra parte criticare la “iniquità” mentre lavorate duro per guadagnarvi lo stipendio. Lo sappiamo. la vita non è facile.

E le teorie quali la legge di Price sono solamente idee - non fatti. Non valgono in ogni singola situazione. Per cui, prima che qualche idiota pretenzioso se ne esca con il teorizzare tutti i limiti della teoria di Price, fermiamoci a riflettere su quello che possiamo imparare.

Perché il capire il presupposto su cui si fonda la legge di Price può renderci la vita un po' più facile.

Considerate la vostra professione attuale. Siete in grado di creare un valore sostanziale? Se la risposta è no, passate ad altro, in un ambiente diverso dove potete dare il vostro contributo.

Diventate il migliore in quello che fate. Questo è il solo modo di fornire valore. Dobbiamo essere realistici. Non vi sono scorciatoie. Ci vuole tempo per diventare bravi – per non parlare di diventare bravissimi.

Analogamente, le aziende dovrebbero assumere un maggior numero di persone di spicco che in passato hanno già contribuito in modo asimmetrico ad altre imprese.

Questa è una delle più importanti lezioni di business che ho imparato semplicemente osservando la minoranza che crea la maggior parte del valore.

Fate qualcosa in cui siete veramente bravi.


Questo è il miglior consiglio per la carriera che posso darvi. Peter Drucker (**) l’ha proclamato per decenni. E quando fate qualcosa in cui siete bravi, siete in grado di fornire maggior valore.

Applico questo consiglio tutte le volte. Per esempio, posso dare maggior valore nella mia azienda familiare che non in una grossa azienda. Posso anche offrire più valore con il mio blog invece che, per esempio, su YouTube.

Quando voi procurate più valore, vi sentite meglio, e in aggiunta guadagnate di più. Di certo non un brutto effetto collaterale del fare bene il proprio lavoro! 

La vita non è né simmetrica né lineare. Solo poche persone in ogni settore sono responsabili di metà dei risultati. Questo è quello che abbiamo stabilito fino a questo punto.

D’ora in avanti trovate l’ambito in cui voi potete essere la minoranza importante – ne otterrete anche la maggioranza dei benefici. E fatemi sapere se la vostra vita non è migliorata.

(*) Il principio di Pareto (o legge 80/20) è un risultato di natura statistico-empirica che si riscontra in molti sistemi complessi dotati di una struttura di causa-effetto. Il principio afferma che circa il 20% delle cause provoca l'80% degli effetti. Questi valori devono intendersi come qualitativi e approssimativi. Esso prende il nome da Vilfredo Pareto (1848-1923), uno dei maggiori economisti e sociologi italiani e trova applicazione in una sorprendente moltitudine di ambiti e discipline.

(**) Peter Ferdinand Drucker (1909-2005) nato in Austria, ma cittadino americano, era un consulente di gestione aziendale, educatore e scrittore, le cui opere hanno contribuito a costruire le fondamenta filosofiche e pratiche delle moderne imprese e corporazioni.

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