domenica 21 gennaio 2018

Contro ogni previsione, il 2017 è stato il secondo anno più caldo mai registrato


Il secondo posto fa più paura di quanto non sembri.

Libera traduzione di un articolo di Amal Ahmad pubblicato il 19 gennaio 2018 su Popular Science, https://www.popsci.com/2017-second-hottest-year-on-record-la-nina

L'articolo si riferisce in particolare alla situazione climatica degli Stati Uniti, ma le sue conclusioni si applicano al mondo intero.


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Nel 2017 ha fatto così caldo che un programma informatico ha eliminato un anno intero di dati meteorologici dell'Alaska perché apparivano come una anomalia statistica. E’ stato un anno così caldo che il NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration, prevede ora che non sia più così certo che i ghiacci dell’Artico congelino in futuro, mentre le tundre della regione diventano sempre più verdi via via che il permafrost si scioglie.

Secondo la NASA è stata una sorpresa che il 2017 non sia stato registrato come l’anno più caldo in assoluto. E’ arrivato secondo grazie ad un El Niño eccezionalmente caldo nel 2016.

Ciò nonostante, il lieve segnale di arresto della crescita costante della temperatura globale, è coerente con la tendenza generale del riscaldamento. La temperatura del pianeta è cresciuta di circa 1°C nel secolo scorso, in gran parte a causa delle attività umane che emettono gas serra. Tutti i 5 anni più caldi registrati dal 1880 ad oggi si sono avuti a partire dal 2010.

Gli scienziati NASA hanno calcolato che, se dai calcoli venissero rimossi gli effetti della Niña (un movimento di circolazione dell’aria che tende a causare un tempo più fresco) e del Niño (che tende a causare condizioni atmosferiche più calde), il 2017 sarebbe stato classificato come l’anno in assoluto più caldo mai registrato.

Secondo Gavin Schmidt, direttore dell’Istituto Goddard per gli Studi Spaziali della NASA, eliminando dai dati i cicli di breve termine del Niño e della Niña, i climatologi possono avere una miglior raffigurazione della tendenza di lungo termine del cambiamento climatico. “La questione chiave è che ciò che causa il riscaldamento del pianeta su base annua, un anno dopo l’altro, non è lo stesso fattore che ha causato il riscaldamento del pianeta nel corso degli ultimi 50 anni.”

Nelle analisi, viene depurata anche l’attività vulcanica, dal momento che le particelle di zolfo che vengono disperse in atmosfera, insieme alla cenere e alla polvere, raffreddano temporaneamente la superficie terrestre bloccando il calore dei raggi solari.

Ma il 2017 è stato un anno così caldo che anche gli effetti di raffreddamento della Niña e le poche eruzioni vulcaniche non gli hanno fatto perdere altre posizioni nelle classifiche annuali. E davanti a noi abbiamo altri anni che batteranno ogni record.

Anche se alcune regioni degli Stati Uniti hanno sperimentato a gennaio di quest'anno dei freddi da record, il riscaldamento globale non è per niente passato. Questa è la differenza fra il tempo, inteso come condizioni meteorologiche, che sono di breve termine e non prevedibili, e il clima, che misura come l’atmosfera si comporta per periodi di tempo relativamente lunghi (in breve, il clima non è altro che la descrizione dell’andamento di lungo termine della meteo in un’area particolare). Potremmo avere un freddo insolitamente glaciale nella parte continentale degli Stati Uniti, mentre l’Alaska potrebbe godere di giornate invernali insolitamente calde. Nel frattempo, la temperatura media globale continua ad arrampicarsi lentamente verso l’alto.

“A meno che non ci sia una massiccia eruzione vulcanica” dice Schmidt, “il 2018 sarà simile al 2017, e sarà l’anno più caldo degli ultimi tre.”

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