lunedì 18 dicembre 2017

Estrazione dei Bitcoin: quanta energia occorre?

In giallo i 159 paesi, inclusa Irlanda e quasi tutta l'Africa, per i quali il consumo di energia è inferiore alla quantità di energia globale consumata per produrre, oggi, i Bitcoin


Libera traduzione di una informativa emanata via email il 17 dicembre 2017 da Olivier Garret, fondatore e CEO di Hard Assets Alliance.


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Cari associati di Hard Assets Alliance,

non so se voi siate un fan o un nemico del bitcoin, o se abbiate una posizione intermedia, ma penso che l'immagine di cui sopra dica tutto.


Prendetevi qualche secondo per guardarla bene. Si può senz'altro dire che è abbastanza ovvio che così non può continuare.


D’accordo, il bitcoin appare come il perfetto schema "ricchi e subito”. Se aveste comprato bitcoin per 100 $ nel 2011, sareste seduti su una pila di soldi – quasi 4 milioni di $ per l’esattezza.


Comunque, conosco parecchi investitori nel bitcoin – sarei tentato di chiamarli ‘fanatici’ - che non stanno vendendo. Si tengono ben stretti i loro già enormi incrementi di valore nella speranza che la quotazione della loro moneta digitale salga a 1 milione $.


Loro, e le persone che stanno entrando adesso all’apice di questa frenesia (il che vuol dire praticamente tutti, dallo studente universitario alla maestra d’asilo all’autista di Uber), probabilmente affonderanno con la nave che cola a picco.


Di recente il Bitcoin ha raggiunto nuovi e stratosferici massimi giorno dopo giorno: 10.000 $ … 11.000 $… 13.000 $ ...17.000 $. Quando leggerete questo commento, quasi certamente questi valori vi sembreranno a buon mercato.

 
In effetti , mentre scrivo questa nota, continuo ad aggiornare la finestra del browser per avere gli ultimissimi valori. Il grafico qui sotto è il terzo aggiornamento che ho inserito in questo articolo.






Tutto ciò mi ricorda certe storie di iperinflazione in cui avevo letto che la valuta si svalutava così rapidamente che se ordinavate una tazza di caffè al bar, al momento in cui la cameriera ve lo serviva, il prezzo era già raddoppiato.


Questa esuberanza irrazionale si mostra anche in altri modi. Per esempio, la criptovaluta Ethereum ha lanciato un gioco, chiamato Crypto Kitties, per scambiare e allevare gattini. 




Pochi giorni fà, i gattini più popolari si vendevano per 20.000 $ - al momento in cui scrivo, i prezzi stanno quotando fino a 115.000 $. E, come ho già detto, al momento in cui leggerete queste righe, non sarei sorpreso se venissero scambiati a mezzo milione di dollari o di più.

Un numero sempre maggiore di esperti predicano oggi che le criptovalute sono una bolla gigantesca. E quando (non se) scoppierà, il fragore dell’esplosione scuoterà le fondamenta dell'economia USA.


Oro e argento, per contro, vengono trattati in questi giorni come i nipotini dai capelli rossi - unici e differenti – il che offre una grande occasione per fare il pieno di asset solidi che saranno ancora in piedi dopo che il Bitcoin e i suoi cripto-equivalenti avranno fatto la fine dell’araba fenice



NdT Osservazioni.

1. Consumo annuo di elettricità usata per produrre Bitcoin
Al 20 novembre 2017 il  consumo era stimato in 29,05 TWh, equivalente allo 0,13% del consumo mondiale di energia. Anche se può sembrare un valore non significativo, rappresenta comunque un consumo superiore a quello di 159 paesi nel mondo, come si vede nel grafico in testata.

Se il Bitcoin fosse un paese, si classificherebbe al 61mo posto nel mondo in termini di energia consumata.
 2. Incremento nel consumo di elettricità nell'estrazione di Bitcoin


Anche se è solo lo 0,13% del consumo globale di energia, il tasso di crescita per l'estrazione di bitcoin è incredibilmente rapido. Nel mese scorso è stato del 29,8%. Se si dovesse continuare così, senza aggiunta di nuova capacità produttiva da parte delle singole nazioni,  la produzione di Bitcoin porterebbe a:
  • superare il consumo di elettricità degli Stati Uniti a luglio 2019 (3.913 TWh)
  • consumare tutta l'energia prodotta nel mondo a febbraio 2010 (21.776 TWh)
3. Costo dell'estrazione dei Bitcoin

Il costo annuo di estrazione dei Bitcoin si aggira su 1,5 miliardi $ (se l'estrazione avviene in paesi a basso costo del kilowattora - ipotesi abbastanza plausibile).

Usando il prezzo medio all'utenza negli USA di 10,41 cents il costo sarebbe di 3,02 miliardi $.

L'Italia è fuori gioco come minatore di BTC per l'alto costo dell'energia. Udsando il valore medio di 0,25 €/kWh praticato in Italia all'utente domestico, il costo sarebbe di 7,26 miliardi di € (equivalenti a 8,58 bn $ al cambio di 1,10 $/€), il doppio degli USA e probabilmente più di quattro volte quello della Cina e dell'estremo Oriente, dove si trova la maggior parte delle miniere.

Domanda: conviene estrarre bitcoin?

L'incremento di valore del Bitcoin nell'ultimo mese è stato superiore al 40%, mentre l'incremento nel consumo di elettricità è stato del 29,8%.

Il che significa che la stima annualizzata dei ricavi dalla produzione di BTC è di 7,2 miliardi di $. Se confrontata con i costi di estrazione sopra riportati, anche nel caso più sfavorevole, è sempre un business vantaggioso.

4. Quanti BTC sono stati estratti finora?
Al 16 dicembre 2017 i Bitcoin in circolazione sono 16.746.205 per un controvalore di circa 314,2 miliardi $ (quotazione attuale 18.764 $/BTC)
Nel 2016 sono stati messi in circolazione 1.045.775 nuovi BTC. Nel 2017 siamo finora (17 dicembre 2017) a 670.988.
5. Come mai l'estrazione di Bitcoin consuma tanta elettricità?
Senza entrare nelle tecnicalità di come funziona la blockchain, basta osservare che essenzialmente l'attività di estrazione di Bitcoin richiede un gran numero di potenti computer ad alta potenza di calcolo, e per questo grandi energivori.

Inoltre, la crescita è esponenziale: più si va avanti, più lunghi e difficili sono i calcoli richiesti per la produzione di 1 BTC e più alti i costi.

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