Libera traduzione dell'articolo di Silvia Marchetti apparso in inglese su OZY il 29 novembre 2016, http://www.ozy.com/acumen/the-no-1-reason-not-to-live-in-italy/74106
OZY è un sito americano di notizie online.
Non è un semplice raccoglitore di informazioni su quello che succede
nel mondo ogni giorno; la sua missione è piuttosto di anticipare oggi le
tendenze in cui la società globale, – persone, luoghi, costumi,
tecnologia, ...- si troverà domani. Il sito è
visitato ogni mese da 20 milioni di lettori ed ha partner editoriali di tutto
rispetto, incluso NPR, CNN, USA TODAY, Huffington Post, PBS NewsHour,
MSN e Axel Springer.
Dal momento del suo lancio, più di 200 storie
pubblicate da OZY sono uscite con un anticipo da 3 a 6 mesi prima che
la stessa notizia venisse ripresa globalmente dalla stampa nazionale
ed estera.
Silvia Marchetti, 30, è una bravissima
giornalista di base a Roma. Ha vissuto la maggior parte della sua
vita all'estero e ha frequentato l’American School a Ginevra,
Mosca, Jakarta e Roma. Si è laureata in Lingue e letterature
straniere all'Università di Roma, ha un master in giornalismo e
dal 2006 è giornalista professionista iscritta all'ordine. Scrive
correntemente in inglese, francese e italiano per giornali e riviste
italiane e straniere. I suoi articoli riflettono la sua passione per
l’Italia e spaziano dalla politica all'economia, dal costume
all'arte alla società.
Per quanto riguarda il contenuto dell’articolo,
sono d’accordo sull’analisi fatta dalla Marchetti dei noti rischi
di disastri naturali che affliggono l’Italia – e chi non sarebbe
d’accordo? -, ma dissento fortemente sulle posizioni scontate e parassitarie di Legambiente e di Federconsumatori.
Inoltre, il tono generale dell’esposizione a me rievoca le parole
di Nanni Moretti in “Bianca” quando parla della Sachertorte:
“Continuiamo così ... facciamoci del male.”
L’articolo espone una una situazione di fatto,
ma la conclusione è, se non altro, opinabile. Non tocca a me trovare
gli argomenti per ribattere e convincere la pubblica opinione estera
a venire in Italia e risiederci. Ci pensa già la facondia toscana
del nostro Presidente del Consiglio, assistito dalla sua corte di
algidi e leggiadri ministri(e). Con quale successo non è dato
sapere.
Vorrei inoltre far presente che ogni volta che un automobilista, italiano o straniero, si reca presso un'area di servizio per fare il pieno, lascia alla pompa 11 centesimi di euro al litro per finanziare la ricostruzione delle aree devastate da eventi sismici negli ultimi decenni:
- 1968 terremoto del Belice, magnitudo 6,4
- 1976 terremoto del Friuli, magn. 6,4
- 1980 terremoto dell'Irpinia, magn. 6,5
- 1997 terremoto Umbria e Marche, magn. 6,1
- 2002 terremoto Puglia e Molise, magn. 5,8
- 2009 terremoto dell'Abruzzo, magn. 5,9
- 2012 terremoto dell'Emilia-Romagna, magn. 5,9
- 2017 terremoto alto Lazio, magn. 6,5
Secondo uno studio di CGIA Mestre (Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato), ogni anno gli automobilisti versano nelle casse dell'erario circa 4 miliardi di euro a titolo di aiuti alle ricostruzioni. In valori correnti attualizzati al 2014, quindi prima dell'ultimo sisma che ha distrutto Amatrice, il totale dei costi dei disastri causati dai terremoti era stimato in 121,6 miliardi di euro. Il gettito accertato per il versamento dell'accisa era di 261 miliardi. All'appello mancano 139,4 miliardi. Domanda: quanti di questi miliardi sono stati effettivamente impiegati per realizzare interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico? Risposta: zero, sono soldi impiegati per altre finalità di spesa corrente.
Per chiudere sul tema delle accise, pur se il prelievo ai fini di ricostruzione di aree devastate può essere in parte giustificabile, non si vede perché a distanza di quasi un secolo, lo stato debba vessare l'auomobilista contribuente con accise totalmente anacronistiche (si risale ai tempi del Fascio) ed improprie:
- guerra in Abissinia del 1935
- crisi di Suez del 1956
- disastro del Vajont del 1963
- alluvione di Firenze del 1966
- rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (!!!) del 2004
La riforma della Costituzione è senz'altro importante, ma il nostro governo dovrebbe trovare anche il tempo per ripulire il sistema fiscale cancellando gabelle vessatorie, ridicole e utili solo a svuotare le tasche degli italiani.